Immaculata Mediatrix – 3/2019

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Descrizione

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Il saluto dell’Angelo nel mistero dell’Incarnazione

Editoriale

Padre Luca M. Genovese

Il saluto dell’Angelo a Maria, il principio con cui inizia il mistero dell’Incarnazione, da cui la Redenzione dell’uomo, non è certo un saluto di cortesia rivolto alla Vergine, ma un titolo di profondo valore teologico che investe e interpella la nostra Fede.

Maria sentì distintamente dall’Angelo queste parole: «Ti saluto o piena di grazia, il Signore è con te» (Lc 1,28). Parole misteriose che denotano la grandezza del rivelante, ma anche l’elezione di Colei che doveva ricevere questo grande annuncio.

Anche la prima donna, Eva, ricevette un encomio. Ma non un onore così grande come Maria. La prima donna fu onorata, ma non lodata1. Ciò vuol dire che Maria ha ricevuto più di Eva. Per tutta la creazione naturale infatti Dio si compiace. «Vide che era cosa buona» (Gn 1,12). Ma per Maria fa un’eccezione. Egli manda un legato a lodarla di persona. Il motivo? Per san Lorenzo da Brindisi è quello del matrimonio. Maria si doveva unire a Dio in modo speciale e quindi non ha una lode generica ma un messo speciale incaricato di manifestare l’amore dello Sposo per la Sposa, come si usava in tempi antichi.

L’Autore fa esempi biblici: Eliezer cercò la sposa di Isacco (cf Gn 24,12-14); Davide mandò un annuncio ad Abigail per sposarla (cf 1Re 25,39-42); anche Assuero fece convocare Ester per averla come sua sposa (cf Est 2,15-18).

Da questi esempi umani si capisce che l’amore di Dio per Maria non è un semplice amore di benevolenza. Tutte le creature sono amate da Dio in quanto creature. Ma qui vi è un’elezione: un amore di compiacenza. Come tutti i cristiani sono chiamati ad amare tutti gli uomini, ma per alcuni è riservato un amore particolare, come l’amore dello sposo per la sposa, così Dio si compiace in modo speciale di Maria, al di là e al di sopra di tutte le creature, perché Ella è così perfetta e così corrispondente alla grazia da meritare, unica tra le donne, quelle parole «piena di grazia, il Signore è con te».

La bellezza di Maria rapisce il Cuore di Dio. Questo fu un tema caro ai Padri ed ai mistici mariani – come san Bernardo – e trova uno stupendo sunto nel magistero di Pio XII, il papa dell’ultimo dogma mariano, quello dell’Assunzione della Beata Vergine Maria in Cielo in anima e corpo: «Guardate Maria, bella come la luna, pulchra ut luna. È un modo questo per esprimere la eccelsa bellezza di Lei. Come deve essere bella la Vergine! Quante volte siamo stati colpiti dalla bellezza di un volto angelico, dall’incanto di un sorriso di bambino, dal fascino di uno sguardo puro! E certamente nel volto della propria Madre Iddio ha raccolto tutti gli splendori della sua arte divina. Lo sguardo di Maria! il sorriso di Maria! la dolcezza di Maria! la maestà di Maria, Regina del cielo e della terra! Come splende la luna nel cielo oscuro, così la bellezza di Maria si distingue da tutte le bellezze, che paiono ombre accanto a Lei. Maria è la più bella di tutte le creature. […]

Su quel volto non si rivela soltanto la bellezza naturale. Nell’anima di Lei Iddio ha riversato la pienezza delle sue ricchezze con un miracolo della sua onnipotenza, e allora Egli ha fatto passare nello sguardo di Maria qualche cosa della sua dignità sovrumana e divina. Un raggio della bellezza di Dio splende negli occhi della sua Madre».

La bellezza di Maria non è un attributo estetico ma la somma delle perfezioni morali e intellettuali che creatura possa avere. Per questo di Maria è bene considerare la sua bellezza, per considerare in Lei l’origine del bello e il fine globale che ogni uomo deve avere. In Lei infatti si riassumono tutte le prerogative divine e umane insieme. In questa bellezza Dio si specchia e si compiace. Finalmente, dopo il peccato, ha trovato la creatura che desiderava. L’ha trovata simile a sé. Per questo non brama che di unirsi a Lei, come uno sposo innamorato che non brama altro che la sua sposa perché in essa trova il compimento di se stesso, l’altra parte di sé.

La bellezza di Maria è il compimento dell’agire dell’uomo sulla terra ma anche il suo inizio. Nella bellezza di Maria ha avuto inizio la storia dell’uomo-Dio e in Lei trova ristoro l’uomo che torna a Dio per mezzo della Chiesa. Con felice intuizione san Francesco la chiamò «Vergine fatta Chiesa»3, perché la Chiesa come Maria e per mezzo di Maria può restituire all’uomo la dignità perduta per mezzo del peccato.

 

1. Somma bellezza della Vergine

«Ti saluto o piena di grazia, il Signore è con te» (Lc 1,28). Tanti pittori e iconografi cristiani hanno voluto ritrarre il saluto angelico. Alcuni, come il beato Angelico e Giotto, hanno fatto inginocchiare l’angelo davanti a Maria perché il saluto angelico mostrasse la somma deferenza della creatura inviata e il sommo rispetto dovuto a chi merita il titolo: «Il Signore è con te».

Altri, come il Tintoretto, fanno inginocchiare la Vergine davanti all’angelo, certamente per il sommo rispetto di Maria davanti all’annuncio celeste. Altri, come un dipinto della Scuola romana del XVI secolo e Annibale Caracci, fanno inginocchiare entrambi, l’uno all’altro per dire forse la circolarità del mistero. Luca Signorelli, il più moderno tra i classicisti, colloca entrambi in piedi, magari perché entrambi sono avvolti ed elevati da un mistero sublime. Ciò che è vero è che in quelle parole, non di semplice saluto, c’è tutto il segreto della nostra salvezza. [continua]

 

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